Via Monte Cenisio - Bergamo (BG) - 2008
L’idea che ha mosso la progettazione è che tale architettura dovesse mostrarsi agli interlocutori, fruitori o anche solo semplici osservatori esterni, come un organismo “vivo” e che, per tale motivo, ne assumesse i comportamenti e le logiche organizzative.
Il fronte rivolto a sud, soggetto nel corso delle stagioni calde a continuo e persistente irraggiamento solare, è stato protetto da un velo, una sorta di tulle ad effetto vedo-non vedo, costituito da una struttura alleggerita di profilati metallici montati a sbalzo ed ancorati alle strutture in aggetto dei balconi.
In effetti un brise-soleil, costituito da elementi verticali, i montanti, ed elementi orizzontali, le schermature (o ali), organizzate secondo una precisa e disegnata ritmia di facciata. La struttura ad incorniciare il brise-soleil è composta da pannelli in cemento fissati all’edificio.
La soluzione di continuità del velo protettivo è interrotta, secondo logiche dettate dalle partizioni interne delle unità abitative, da 5 grossi riquadri, cornici leggermente aggettanti (in sostanza dei terrazzi a loggia), che, seppur con metodologia differente, perseguono, lo stesso fine protettivo.
Contrariamente a quanto descritto per il fronte sud, il prospetto su via Monviso, rivolto a nord, deve affrontare problematiche differenti.
Qui l’irraggiamento del sole è minimo, contenuto in poche ore nel corso dell’intero anno solare per cui l’edificio deve ancora una volta preoccuparsi di difendersi dagli agenti esterni, di schermarsi, ma questa volta, in questa circostanza, la natura ed i rischi sono differenti.
Ecco che per tale motivo il fronte si protegge, si copre, si chiude all’esterno mediante una coperta, una corteccia composta da materiali innovativi, performanti e tecnologicamente avanzati: un cappotto costituito da pannelli sandwich pluristrato con finitura superficiale in materiale metallo tipo “Trespa”.
Ci ha attratto, fin da subito, la possibilità di rendere mutevole, mai uguale e finito, quasi incompiuto, tale fronte che, per sua conformazione architettonica, appariva rispetto al lato opposto povero di forza dialettica e comunicazione visiva; ci pare quasi di avere pareggiato, agendo in tal modo, le possibilità comunicative del progetto, riequilibrando di fatto, i pesi espressivi nell’intero complesso residenziale.
Nonostante il contrasto però, ci persuade e ci intrica l’idea che fronti differenti che rispondono a logiche disuguali, possano utilizzare per caratterizzazione architettonica specifica, caratteri linguistici e stilistici apparentemente dissimili, allorquando accomunati da logiche filosofiche e tecniche in realtà similari.